Ferrari: il condotto che fa cantare lo 066/7 in basso e in alto
La nuova power unit del Cavallino sembra aver chiuso il gap di potenza dai motori Mercedes e Honda: il 6 cilindri adotta soluzioni innovative in camera di combustione e nel sistema di alimentazione e, anche se non ha ancora raggiunto l’affidabilità sperata, è determinante nei risultati conseguiti finora da Leclerc e Sainz. L’architettura di turbo e compressore, invece, è rimasta quella classica di casa Ferrari.
La Ferrari conduce tutte e due le classifiche del mondiale di F1 dopo un avvio di stagione molto brillante: una vittoria, due secondi posti e un terzo. La rossa è sempre andata a podio, tanto in Bahrain che in Arabia Saudita.
La F1-75 con le sue pance scavate nella parte superiore ha attratto l’attenzione degli osservatori, dimostrando che il gruppo di tecnici coordinati da Enrico Cardile ha saputo dare una svolta con i nuovi regolamenti che hanno portato all’introduzione delle monoposto a effetto suolo, cancellando due anni bui nella storia del Cavallino.
Una parte del merito della riscossa va attribuito ai motoristi di Enrico Gualtieri: la power unit siglata 066/7 rappresenta un importante passo in avanti che ha permesso al Reparto Corse di chiudere il gap di potenza con Mercedes e Honda.
Bisogna riconoscere il coraggio di Mattia Binotto che ha scommesso sul progetto “Superfast” di Wolf Zimmermann: il motore endotermico curato dal progettista tedesco rappresenta un taglio netto con l’unità dello scorso anno. C’è un nuovo sistema di alimentazione che permette in camera di combustione di assicurare una fase di scoppio con tempi di accensione rapidissimi.
Lo 066/7 ha… messo le ali anche alle squadre clienti della Ferrari, vale a dire Haas e Alfa Romeo, che hanno avuto l’opportunità di raccogliere subito punti molto importanti. La combustione è stata migliorata grazie ai moti turbolenti che influenzano positivamente la velocità di propagazione della fiamma, dando più omogeneità alla miscela aria-benzina e alla fase di scoppio.
Il propulsore della Scuderia ha mostrato delle grandi doti di accelerazione in uscita dalle curve, esaltando l’ottima trazione della F1-75, pur non rinunciando ai valori di potenza massima. Gli osservatori si domandano come sia possibile che la power unit Ferrari sia efficiente sia sotto che sopra: non c’è solo una risposta, ma uno degli aspetti innovativi riguarda il sistema di aspirazione: all’interno del cassoncino ci sono dei condotti a geometria variabile piuttosto lunghi e se guardate a monte del plenum si osserva una sorta di… “serpente” di carbonio che è apparso per la prima volta sul 066/7.
Si tratta di tubazioni in compositi che non fanno parte del motore omologato e che possono essere modificate tanto nel disegno che nella lunghezza, per “intonare” il 6 cilindri in funzione delle caratteristiche della pista dove la Ferrari va a correre. Non deve sorprendere, quindi, la prontezza dell’unità del Cavallino che avrà un’adattabilità ai diversi circuiti del mondiale.
Prima di chiudere un’ultima annotazione importante: più organi di stampa hanno indicato che lo 066/7 è un motore convertito alla separazione di turbo da compressore, seguendo un concetto lanciato da Mercedes nel 2014 e ripreso nel tempo prima da Honda e ora anche da Renault. Non è vero, l’architettura Ferrari è rimasta classica. Anche se le scelte adottate sono innovative…