Drive to Survive, Sainz deluso dalla puntata sulla Ferrari
Arrivano nuove critiche a Drive to Survive, la serie di Netflix che ormai da quattro stagioni segue il Circus della Formula 1, cercando di andarne a raccontare i retroscena e di farne conoscere i protagonisti ad una platea molto più ampia rispetto a quella dei soli appassionati di motorsport.
Il primo a criticare il taglio che viene dato a questa docu-serie è stato Max Verstappen. L’attuale leader del Mondiale ha già comunicato a Netflix di non aver intenzione di partecipare alla prossima stagione, ritenendo che quello che viene mostrato sia in parte artefatto, creando ad hoc delle rivalità che nella realtà non esistono.
“Capisco che debba essere fatto per aumentare la popolarità della Formula 1 in America, ma per quanto mi riguarda, come pilota, non mi piace farne parte. Hanno simulato alcune rivalità che in realtà non esistono, quindi ho deciso di non farne parte e non ho più rilasciato interviste, almeno così non hanno nulla da poter mostrare. Non sono davvero un tipo da ‘dramma spettacolare’, vorrei solo vedere fatti e cose reali”, aveva detto il pilota della Red Bull all’Associated Press.
Il nuovo attacco è arrivato da Carlos Sainz, che ha criticato la puntata della terza stagione intitolata “Dobbiamo parlare della Ferrari”, nella quale veniva raccontato la stagione 2020 del Cavallino, una delle peggiori degli ultimi 40. Secondo il pilota spagnolo, approdato quest’anno a Maranello, è stato un po’ minimizzato quello che rappresenta la Ferrari per la Formula 1.
“Quella puntata non è stata granché, ci sono rimasto male quando l’ho vista. La Ferrari è molto più grande, migliore e interessante di quanto non sia sembrata in quell’episodio. Abbiamo vissuto un periodo difficile, è vero, ma sono cose che capitano a tutte le grandi squadre in ogni sport. A parte questo, si tratta della Ferrari! A chi non piace la Ferrari nella vita di tutti i giorni?”, ha detto il figlio d’arte in un’intervista rilasciata a GQ.
Il ferrarista però ha anche riconosciuto un valore alla serie, ovvero quello di essere riuscita a portare la Formula 1 ad un pubblico che altrimenti non avrebbe mai avuto modo di conoscere da vicino le personalità dei protagonisti o le dinamiche di un paddock che gli è precluso.
“In America abbiamo percepito un bel cambiamento nell’interesse verso la Formula 1 e credo che Netflix abbia giocato un ruolo importante in tutto questo. La nostra è una competizione in cui le porte sono state spesso chiuse ai fan, ma ‘Drive to Survive’ ha permesso agli appassionati, in Usa come in tutto il mondo, di conoscere le personalità dei piloti”.